venerdì 17 dicembre 2010

Bretagna + Parigi: valigia sì o valigia no?




Dopo la mia recente sfortuna con i bagagli sono in forte dubbio se partire con 6 paia di mutande e un solo golf evitando l'eventuale smarrimento della valigia oppure sfidare la suerte e infilare di tutto e di più nel valigione per il mio Natale bretone e capodanno parigino. Quasi quasi opto per la seconda, in fondo non può andare sempre male (e qui faccio le corna, tocco ferro, legno e prego la madonna in questo venerdì 17), specialmente perché questo giro col cavolo che viaggio con Alitalia. Volo con Easyjet che mi fa pagare un extra per ogni tratta ma si spera che il bagaglio me lo recapiti fino in Bretagna. Si spera, cristo.

Se tutto va bene quest'anno addobberò il menhir con ghirlande natalizie, dormirò abbracciata a Valda, passerò la vigilia e il 25 con padre, sorella, marito della sorella, mamma del marito della sorella, compagno della mamma del marito della sorella e il 26 ripartirò per Parigi probabilmente dopo aver litigato con Auguste (padre) come ogni Natale che si rispetti.

Ah Paris! Sette piani di scale mi aspetteranno nello splendido studio (o almeno così sembra in foto) attaccato a Répu e quando tutta sudata avrò portato il valigione su in cima, finalmente potrò gustarmi la vista in attesa di MM. Non vedo l'ora.


Tutti poi a dire "A Parigi a Natale s muore di freddo" "A Parigi a Natale piove sempre o peggio ancora nevica" "A Parigi si spende tanto" "Parigi è piena di italiani" e quindi? A parte che ci sono già stata diverse volte quando mia mamma viveva lì ma poi mica sto andando in Svezia in costume da bagno e con la valigia di cartone. Io a Parigi mangerò tantissimi croissant et pain au chocolat per darmi energia (diciamo così), andrò in giro per piccoli bistrot a bere vino nei balon per scaldare lo spirito, farò shopping in negozietti meravigliosi per comprare indumenti di lana, andrò alla mostra di Moebius, me ne andrò a zonzo con sciarpa, guanti, cappello e kleenex ma senza giacca calda perché non ce l'ho, e l'1 gennaio ancora con il rimmel colato e una scarpa si e una no mi accomoderò sulla poltrona dell'aereo per godermi Milano deserta in tutto il suo spleen del primo dell'anno.

Oggi a Milano nevica, Mini fa la pallina sul letto, io ho fame e 4 afte in bocca e mancano 4 giorni alla mia partenza. Tutto sarebbe ok se solo non fossi inspiegabilmente nervosetta. Ma ora vado a tirare qualche palla di neve con cattiveria ai passanti e sicuramente mi passa.

giovedì 9 dicembre 2010

La vie en rose




C'è chi fra i 30 e i 40 anni avverte i primi segni di senilità vestendosi completamente in stile animalier e chi come me inizia ad apprezzare nuove essenze. Contrariamente a qualche anno fa sono diventata una fan delle rose.

Mi piacciono nei giardini, quelle selvagge nei roseti, singole nei vasi ma soprattutto in boccettine di profumo, in tonici e struccanti.

Qualche giorno fa sono stata invitata a partecipare a un incontro della Roberts nel bellissimo caffè Fioraio Bianchi. Per colpa del lavoro (è sempre tutta colpa sua, si sa, specialmente per le mie rughe) non ho fatto in tempo ad arrivarci ma all'Acqua di Rose non ho rinunciato.


La usava mia mamma, la usa ogni tanto mia sorella, la uso io e se mai avrò dei figli (NB, anche maschi) proporrò anche a loro di usarla. L'Acqua distillata e il gel detergente hanno un profumo buonissimo che fa coppia con la mia essenza del momento, ossia Rose di Roger & Gallet.

Mi sto forse trasformando in un'apona? A giudicare dalla pancia tonda direi proprio di si ma dubito che mi spunterà mai alcuna aletta capace di sollevarmi per svolazzare lontano da Milano. Nell'attesa stordisco tutti con quintali di rose e spero nel miracolo. Non abbattetemi per favore.

BZZZZZZZZZZZZZZ!