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A me la condivisione non piace, diciamolo. Non mi piace condividere i miei pensieri, la mia giornata, il mio spazio al lavoro, il mio computer e soprattutto il mio spazio vitale chiamato casa.
Ciò non significa che sia gelosa di ciò che mi appartiene, anzi, sono piuttosto generosa e faccio volentieri regali, metto a disposizione degli altri cose che ho fatto e sono molto disponibile nel caso qualcuno abbia bisogno di me.
Quello che proprio non sopporto è non avere uno spazio mio dove concentrarmi e pensare ai fatti miei in piena libertà senza dovermi giustificare con nessuno indipendentemente da che sia in casa, al lavoro, o in un parco. Non a caso mi sono licenziata da un lavoro da dipendente proprio perché non tolleravo di passare le mie giornate in un open space. Non a caso sono andata via di casa abbastanza presto perché non avevo voglia di giustificarmi per ogni cosa e sentirmi costretta a fare cose che non volevo. La sorte però ha fatto in modo che mi ritrovassi in una situazione familiare dopo 10 anni che vivevo da sola. Per quanto divertente e piacevole molto spesso, vivere con un membro della propria famiglia trovo che sia una cosa che limita moltissimo la libertà delle persone discrete e riservate come me.
Se mi volessi vestire da ballerina del can-can e uscire a cena, ad esempio, la domanda "scusa ma con chi esci?" sarebbe d'obbligo e a un parente stretto che ti sta anche simpatico ma con il quale non vuoi condividere ogni tuo segreto non puoi rispondere "fatti miei" perché poi si litiga, lo scrive su facebook, lo legge il padre, lo dice allo zio, ti arriva una mail e a Natale ce l'hanno tutti con te facendoti rimpiangere il cambio di programma dell'ultimo minuto nel quale hai deciso di raggiungere la famiglia anziché restare a casa da sola un po' sconsolata ma almeno in uno spazio tutto tuo.
In aggiunta a ciò, un'altra ombra si fa strada all'orizzonte: poiché mia sorella si è sposata di recente e si presuppone che non vivrà a vita lontana dal marito che attualmente risiede molto lontano all'estero, è facile nonché probabile che gli sposi presto o tardi decidano di convogliare sotto lo stesso tetto che attualmente la coincidenza vuole che sia anche il mio. Per quanto il cognato nuovo di zecca mi piaccia moltissimo e sia una persona molto discreta a quel punto penso che mi sentirei leggermente di troppo e non sarei la sola a crederlo immagino.
Quindi, dopo aver sudato parecchio per trovare la casa nella quale sono, mi rendo conto che non c'è alcun modo di tenerla per me. Anche se disponessi di tutti i soldi necessari per pagare l'affitto - che ovviamente non ho, sia ben inteso - o trovassi un'altra coinquilina che magari fa uno di quei lavori meravigliosi come l'hostess (utopia, anche perché di base il discorso varierebbe di poco, a me piace stare sola!), il problema morale tornerebbe a galla. Che fai? Cacci tua sorella (che guadagna 5 volte quello che guadagni tu che invece non puoi permetterti altro ma lei si) e le sue due gatte e magari anche il marito? Eh no, non si può! Poi a Natale come faccio con i parenti? Del fatto invece che una persona possa essere riservata e che soffra a stare troppo a lungo in compagnia di un'altra presenza nella medesima casa se ne sbattono tutti. Se sei riservato sono cazzi tuoi. Se invece sei - come dire? - una persona che gode nel condividere spazi e approfittare delle situazioni vantaggiose sei immediatamente reputato affettuoso, con il senso del gruppo, equilibrato, estroverso e chi più ne ha più ne metta.
Nessuno nemmeno lontanamente pensa al fatto che magari queste cose vanno decise insieme (ho detto decise e non messi in mezzo e poi incastrati con giri strani).
In ogni caso, sconfitta oggi guardavo degli annunci immobiliari, ormai conscia che da qui una delle due deve sloggiare e a quanto pare quella sono io a causa della mia strana (strana?) voglia di vivere da sola a 32 anni e non con qualcuno che videochatta con il padre (di entrambe) mentre tu ti senti nella casa del GF, che lascia le gatte da accudire quando è in vacanza e guai se tu non cambi l'acqua tutti i giorni, che prepara l'arrosto a sorpresa e te lo dice come se lo avesse fatto apposta per te facendoti quindi sentire in colpa se per caso avevi dei piani diversi per la serata. Lo ripeto, tutte cose normalissime e spesso molto carine (vedi l'arrosto), ma penso anche che lo siano in una famiglia composta e voluta da madre, padre, figlio e figlia (e le declinazioni). A una certa età invece è giusto, sano e bello desiderare di vivere con il proprio compagno/a o ancor meglio - secondo me - DA SO-LA!
Tornando alle case ecco che è arrivato lo sconforto finale. Prezzi folli in zone di periferia per buchi arredati come l'Italia del dopoguerra. Ma l'IKEA non la conosce nessuno? Eppure credevo fosse molto conveniente e che avesse anche delle cose carine. Mah. In ogni caso fatevi un esame di coscienza eccheccaspita. Ma come si fa a non sentirsi un ladro molto più infimo di quello che ti borseggia per strada quando speculi su appartamenti che solo uno squattrinato a un passo dal baratro potrebbe prendere in considerazione? Se non altro il borseggiatore in qualche modo se li guadagna rischiando la galera, mentre invece ai padroni di casa non dice niente nessuno e la prigione che gli spetterebbe ovviamente non è nemmeno un pensiero che gli sfiora la mente (da disonesti e privi di morale).
A questo punto cosa mi resta? Una stanza che nemmeno posso chiudere (causa gatte), solo quella, e la programmazione delle vacanze alternate anche se qui non si è mai soli: se non c'è una persona c'è un gatto che miagola tutto il giorno davanti alla porta di casa perché vuole uscire. Ma il padrone dov'è? All'aperitivo, al lavoro, dal marito, dal padre, dall'amica...
A me la condivisione non piace cazzo e domani quando incontro il vicino di casa se mi fa ancora una domanda su quando mia sorella andrà a vivere con il marito gli spacco la faccia.
Se qualcuno invece sapesse di un bilocale in affitto possibilmente non arredato ma con cucina e lavatrice in una zona decente a prezzi *onesti*, sarebbe un gesto meraviglioso se potesse passarmi l'informazione e gliene sarei eternamente grata, giuro.