mercoledì 22 aprile 2009

500C Preview Party @Astoria - Milano (sottotitolo: La pazza vita del barrio)




Scrivo questo post un po' in ritardo dopo essermi ripresa (NB alle 21h30) dalla serata di ieri in occasione del 500C Preview Party. Festa selvaggia? No, diciamo solo che un piccolo gruppetto di persone, me compresa ovviamente, non ha finito la serata lì. Ma partiamo dall'inizio.

Alle 18h30, puntuale come una svizzera, sono uscita di casa, ho attraversato un paio di strade e sono arrivata all'Astoria dove un po' di amici, blogger e personaggi a me sconosciuti stavano già bevendo qualche drink, mangiando qualche tartina e si stavano scambiando i contatti con i poken, omaggio della serata.

Appena ho visto Sara Maternini - grande fan dei nostri inutili video casalinghi - mi sono ricordata di aver dimenticato la mia telecamerina Flip Video (d'oh!), ma troppo pigra per tornare indietro sono entrata anche io e ho ripiegato a mia volta sul giochino della serata, e con apina Poken al collo ho stretto anche io nuove conoscenze e ridacchiato con quelle vecchie.

Dopo esserci illusi di poter resistere ai morsi della fame per tutta la durata della festa, a party quasi concluso il simpatico gruppino composto da mia sorella, il Dandy, il Ferra, la Lauro, il Dotta, Massarotto, Delymyth, Leonora ed io siamo tutti andati al cino/jappo qui nel barrio (Porta Romana) a strafogarci di involtini primavera, lavioli cinesi, birra tzi-tao e ogni altro bene.

Serata finita per noi giovani (vecchi) leoni? Certo che no! Mentre Lauro imprecava in aramaico perché voleva andare a casa, il buon quartetto composto da Ferra, Dandy, la sister ed io siamo andati a casa nostra, chi a giocare a Guitar Hero (per la gioia dei vicini ottuogenari che fra tanti acciacchi aimé non hanno l'abbassamento dell'udito), chi a chattare con l'America.

Ah! Che pazza vita! Fatto sta che oggi mi sentivo uno straccio, ho pranzato alle 11 e ho cenato alle 19. Sarò mica io l'anziana del palazzo, vero?

venerdì 17 aprile 2009

La sfiga esiste?




Qualcuno dice che la sfiga non esiste e che tutto parta dalle energie che ogni singola persona propaga. In pratica c'è chi vuole convincermi che "think positive" e quelle cazzate new age siano alla base della mia vita.
Onestamente non credo né nella sfiga (altrimenti ora avrei 20 cornetti appesi al collo) né alle energie positive/negative che spariamo nell'aria. Chiamiamolo caso, fato, coincidenze, sincronizzazione, ma sta di fatto che alcune persone nella vita hanno la strada spianata molto più degli altri.

Voglio dire, uno può nascere ottimista o pessimista, ma non è che quando hai 5 anni e pensi ai fatti tuoi stai lì ad attirare le energie negative. Quindi, se i dottori scoprono che hai una grave malattia, uno dei tuoi genitori è un pedofilo o semplicemente nasci molto meno intelligente e fisicamente attraente di tuo fratello gemello non venitemi a dire che uno queste cose se le chiama da solo.

E così anche quando sei grande. Per alcune persone le coincidenze, anche quelle negative, si trasformano praticamente sempre in positive. Un esempio: io e mia sorella a 1 solo giorno di distanza ci ritroviamo su due diversi voli entrambi in overbooking, e che succede? Lei la upgradano in prima classe mentre a me mi dirottano su un altro volo che parte 5 ore dopo, ha una coincidenza impossibile e mi fa arrivare un giorno dopo.

Ok, niente di grave, e considerato il fatto che lei in aereo se la fa sotto molto meglio che sia così. Ma togliendo noi sister è innegabile che c'è chi nasce con il mondo avverso e chi no, e secondo me è una questione ereditaria, proprio come gli occhi azzurri o il culo grosso.

Scontiamo le colpe delle famose precedenti vite? Può darsi, in tal caso non vedo l'ora di rinascere principessa, eccheccaspita.

(illustrazione presa da Daryl Cunningham)

lunedì 6 aprile 2009

I bambini: modalità d'uso



In tutto ciò ho dimenticato di parlare delle recenti scoperte fatte attraverso questi giovani nuovi amici.

Ho scoperto che:
  • ai bambini piacciono le tette. Ma non parlo degli infanti che poppano il latte (per quelli è ovvio) ma di quelli più grandi. Gli piace guardarle e toccarle, ne sono assolutamente incuriositi e secondo me non capiscono perché tu le abbia (poche nel mio caso) e loro no
  • se parli di cose trash come scoregge, cacca, rutti, caccole e simili la risata è assicurata
  • se hai un bracciale, anello, ciondolo un po' strano occhio a dove lo molli: sarà il loro bottino
  • i bambini ascoltano tutto, il che porta a una conseguenza ovvia, ma alla quale non ero tanto abituata: non puoi dire parolacce perché non gliene sfugge una
Mentre tu sei convinto che loro stiano pensando ai fatti loro e in macchina all'interno di un discorso lunghissimo magari di scappa un "merda" o un "fanculo", ecco che da dietro qualcuno dall'alto del proprio seggiolone ti fa notare che hai detto una parolaccia. Il tuo compito a quel punto è uno solo: mentire spudoratamente e spiegargli che hai detto "va col mulo" e non "vaffanculo", "pazzo" e non "cazzo" e via dicendo. Ma lo sforzo maggiore per noi punkrocker un po' sboccati è cercare di formulare intere frasi senza mai dire una parola non a misura di bambino per tutto l'arco della giornata.

Mamma single o vecchia acida?



Ho visto più bambini in questo week-end che in tutta la mia vita, giuro. Dopo essere stata a Roma ho capito che o sono ritardata con l'orologio biologico sballato, o in realtà sono un cyborg privo di emozioni e sentimenti umani e non lo so, oppure nego l'evidenza.

Tutte le persone che ho incontrato o avevano uno o più figli, o erano incinte, o parlavano di bambini. Unici esclusi nel gran party dei neo-genitori Federico (amico che rivedevo dopo 10 anni) ed io, eletti zii ah honorem ma senza però avere il fisico.


Sabato sera, dopo una 24 ore passata con gli *adorabili* (e non sono affatto ironica, li amo davvero) figli di carciofona, a Federico è venuto il colpo della strega e io ho perso COMPLETAMENTE la voce. Così, ormai incapace di emettere più alcun suono (sofferenza disumana soprattutto per noi logorroici) sono stata costretta a lasciare Roma senza riuscire a vedere tutti gli altri amici, e con un mix di tristezza e malattia sono montata sul treno più freddo del mondo, destinazione Milano-città-senza-ombre.

In ogni caso sono diventata plurizia. Nell'ordine:
- Bianca e Selma (di Anna e Valerio) non abbiamo capito se sono uguali o meno. Rivedendo le foto che però sono di una sola, direi che hanno (ha?) la bocca e il naso della mamma. Ma io di somiglianze non ci capisco nulla si sa. Io *non* sono fisionomista e mai lo sarò purtroppo.
- Thomas (di Alberta e Jonny) ha i capelli scuri e secondo me sarà l'esatta fotocopia di Alberta che a sua volta è uguale al fratello che è spiccicato al padre.
- Nick e Sophia (di Carciofona) sono gli esserini più generosi, curiosi, gentili, educati e affettuosi che abbia mai conosciuto in tutta la mia esistenza, ad unica eccezione di Valda (the dog).
Dormire con un bambino (a turno con entrambi) nel letto è stata una sensazione stranissima, anche se dicendo ciò non vorrei essere fraintesa come Michael Jackson e la sua Fantasilandia o come caspita si chiamava.

Dormono storti, ti spingono con i piedi, parlano nel sonno e si svegliano all'alba, ma nonostante ciò sono amorevoli e divertenti e basta aprire un occhio perché loro inizino a parlare a macchinetta e ti contagino con tutto il loro entusiasmo.

Senza nulla togliere ai nuovi nati, non penso che possano esistere altri bambini così estroversi, motivo in più che mi spinge a pensare che non dovrei proprio fare figli. Il confronto potrebbe essere schiacciante, e soprattutto li farei solo per farli giocare con quelli di Carciofona, ma ormai sono troppo in ritardo.

Insomma, in conclusione ho avuto la proiezione di me stessa da (ancora più) grande: sarò una vecchiaccia acida senza figli che tutti gli adulti reputeranno una pazza mentre i bambini altrui ameranno perché farà loro mille rigali e dirà cose non-convezionali.

In alternativa, farò un figlio da sola, ossia senza un marito/padre. Credo in effetti che la cosa che mi frena maggiormente non sia tanto la responsabilità di avere un bambino (anche se adesso economicamente non me lo potrei mai permettere) ma bensì l'idea di condividerlo con un uomo e riuscire a regolare la mia vita insieme alla sua.

Mamma single o vecchia acida? Questo è il dilemma.

venerdì 3 aprile 2009

Una vita da zia




Parto, vado a Roma. Tutti i miei amici hanno deciso di sincronizzare il loro orologio biologico e di procreare, abbracciare la vita e chi per un caso chi per volontà diventare padri e madri consenzienti e raggianti. Bello, no?
Non vedo l'ora di vedere Bianca e Selma (sìììì come la sorella di Patty nei Simpson!) le due gemelle italo-svedesi di Valerio e Anna nate il 31.
Per quello di Alberta - Tommy - dovrò aspettare che nasca, ma la data prevista è il 5, e spero che sia giusta perché non posso né stare 10 giorni a Roma né tornare di continuo visti i prezzi di frecciarossa (bastardi).


Poi sarò ospite da Alexia con i suoi due simpaticissimi (e davvero svegli) figli di 5 e 6 anni (Nicholas e Sophia) ai quali non vedo l'ora di dare i regaletti che ho comprato. Sì, parto come Babbo Natale a Pasqua, con un sacchettone della Città del Sole pieno di doni per nati e nascituri (sempre che non lo dimentichi a casa come da copione).

Insomma, diventare zia, che emozione. L'unico rimpianto è che di fatto tutti questi frugoletti non li vedrò crescere perché io sono a Milano, così com'è stato con quelli di Alexia, anche se devo dire che riscoprirli da "grandi" è stata davvero divertente. Sono educati, sono belli, sono teneri, sono simpatici ma soprattutto sono golosi da morire.

Bene, quindi. Da qui a lunedì ho un calendario fittissimo, roba che SOS Tata mi fa un baffo, e in più devo anche lavorare e riuscire a vedere un paio di amici che stranamente non hanno ancora procreato.

Alla domanda che mi pongono tutti "e tu? quando farai un figlio?" la mia risposta è sempre la stessa ("manco morta!"), ma vediamo dopo questo week-end di bavaglini, sonaglini, passeggini, ruttini e pannolini se cambierò idea, ma di certo ora come ora non c'è alcun elemento nella mia vita che mi faccia pensare che sia il momento adatto.

Onestamente il mio pensiero ricorrente è più quello di avere una cabina armadio che un figlio, ma l'orologio biologico avanza per tutti e chissà che il mio non si sia fermato per sbaglio come quello che ho al polso per bellezza perché non lo carico mai (sarà mica un atto inconscio eh?).

PS: nel frattempo mentre cercavo una foto ho trovato questo blog di infanti fatti con il marzapane. Ma che schifo!!!