martedì 9 novembre 2010

Freelance è bello, anzi, è meglio




Una delle cose che non capirò mai è quando dici alle persone che sei freelance e che lavori da casa (per quanto ti è possibile fare) e loro ti rispondono "Nooo, io non ce la farei mai a non andare in ufficio. A casa finisce che mi rilasso troppo, resto in pigiama tutto il giorno e non faccio niente".

Quindi, tanto per capirci, tutte queste persone se non hanno qualcuno che li frusta, un grande fratello che li osserva (e non parlo di quello su Canale 5) e un ufficio dove andare perdono il loro interesse per il lavoro, la dignità di vestirsi e lavarsi e oltretutto temono di stare in un ambiente isolato senza suonerie che squillano, gente che va e che viene continuamente e colleghi che parlano al telefono a voce sempre troppo alta.

Esattamente quale fra le tante cose della vita d'ufficio gli manca di più? Le pause sigaretta e caffè? La mensa per chi ce l'ha se no i pranzi al solito bar/ristorante dove con un ticket ormai non ci compri nemmeno più il caffè? Le pareti tristi dell'open space? I colleghi rumorosi? Quelli noiosi? Le inutili riunioni? O davvero l'occhio vigile del capo che li controlla?

Di certo esistono uffici dove tutto è bello, tutti sono simpatici e tutti lavorano benissimo insieme, ma non posso credere che tutti coloro che mi hanno dato quel genere di risposta al mio status di freelance abbiano tutti la fortuna di lavorare in un posto così.

Io adesso in ufficio ci vado più o meno 2 volte a settimana e devo dire che meglio di così si muore. I colleghi della redazione sono simpatici, 4 chiacchiere si fanno volentieri e la mensa presa a piccole dosi è anche divertente. Ma se dovessi andarci tutti i giorni come mi capitava prima di certo le mie giornate sarebbero molto più grigie e così anche il mio umore.

Freelance è bello perché non hai sabati e domeniche, il che, tradotto nella mia lingua, significa sì che non c'è mai riposo ma anche che sei felice di fare ciò che fai perché te lo sei scelto. E d'altro canto è anche vero che se il lunedì vuoi andare a comprare il giornale alle 11 del mattino puoi farlo; se devi aspettare il postino perché è in arrivo un pacco importante puoi farlo; se vuoi fare le lasagne a 30 strati da sbafarti la sera puoi farlo. Sei padrone del tuo tempo e a meno che tu non sia un lobotomizzato non hai di certo bisogno che nessun altro lo amministri per te.

Lavorare da casa è bello perché sei vicino a tutto: il mondo, come è giusto che sia, ruota attorno a casa tua e non all'ufficio, quindi avrai la palestra, il parchetto, il supermercato, la merceria, il verduriere e tutto quello che ti serve lì a pochi passi, com'è sempre stato da che ti sei trasferito in quell'appartamento.

Vuoi mettere lavorare sul divano invece che sulla sedia dell'ufficio dove fa sempre troppo caldo o troppo freddo? Vuoi mettere andare in bici a pranzo con un amico o per un incontro di lavoro (sì, un altro lavoro che svolgi ogni mattina mentre tutti gli altri sono in coda verso gli uffici) invece di dover infilare tutti i tuoi impegni nelle poche ore di vita che ti restano la sera?

Non inquini, non consumi, non sprechi energie, non diventi isterico per l'inquinamento acustico. Quindi perché non vi licenziate e lavorate tutti da casa?

Non sono accettate risposte del tipo "ho il mutuo da pagare", "eh, la fai facile!", "e chi paga poi l'affitto?" e simili. Fare il freelance non significa non fare una mazza come tanti pensano ma anzi, significa fare di più ma farlo con coscienza senza arrivare a 50 anni e capire che tutto ciò che hai fatto lo hai fatto per un'azienda che nello specifico non sa nemmeno che esisti ma che sta pensando di sostituirti con un software di generazione avanzata (o in certi casi con un picchio).

Freelance è bello.

Foto presa dal profilo Facebook del mio amico Pier Andrea Notari e da lui intitolata "Libero" Professionista (per chi lo conosce, ecco il link)

martedì 2 novembre 2010

La pioggia sprigiona nuova idee. Stare a casa è bello.




Ho messo il blog nella candeggina e allora mi sento in dovere di fare un post, ma la verità è che non ho nulla da dire, almeno non qui. Divagherò senza meta quindi fra le parole inutili e che non interessano a nessuno. Comincio.

Vorrei passare da blogger a wordpress, lo dico da anni, ci penso da mesi ma alla fine questo blog lo sto aggiornando ben poco e allora gli lascio un'ultima chance per invogliarmi di nuovo con il suo nuovo template tutto bianco e i caratteri grandi e la pagina spaziosa. Sai mai.

Piove da 3 giorni e la cosa mi rende piena di gioia. Il Natale quest'anno mi prende bene e con un anticipo esagerato ho già comprato i regali a tutte le persone alle quali li farò (4). Mi manca solo il regalo più importante, quello per Valda e Amichetto (entrambi cànidi) lassù in Bretagna, ma cazzo all'IKEA non fanno più lo stivale di stoffa (detto "tacco" da noi) che a loro fa impazzire e allora mi toccherà inventarmi qualcos'altro.

Aspetto la neve e nel frattempo ho pensato al prossimo viaggio che voglio fare: andarmene a zonzo in macchina su e giù per la Gran Bretagna, dal Devon alle altre splendide regioni come la Cornovaglia arrivando magari fino in Scozia (si lo so, è lontano), dormendo nei cottage e nei B&B con gli scones (che non mi piacciono ma mi sforzerò) cucinati dalle padrone di casa, con le partite a golf che goffamente faremo cercando di migliorare il nostro swing e sarebbe bellissimo riuscire anche a fare un bel giretto a cavallo.


NB, tutte queste cose non le faccio da quando avevo 12 anni quindi sarà sicuramente simpatico. In fondo se sono sopravvissuta al kayak e ai boschi canadesi che vuoi che sia?

Quando lo voglio fare? Al più presto e sì, con il freddo e anche la pioggia. Se avessi voluto il sole sarei andata alle Mauritius.

Con quali soldi? Eh vabbè, quelli si trovano in un modo o nell'altro.

Per quanto tempo? Tutto quello che mi viene concesso da compagni di viaggio e cazzi vari. Sì lo so, avrei potuto usare un termine più elegante, ma in fondo perché?

lunedì 1 novembre 2010

Ecco perché per me la convivenza non è necessaria




Non che questo argomento possa interessare a nessuno ma ne approfitto per porre una domanda. Ecco dunque perché non sento il reale bisogno di andare a vivere con nessun fidanzato, concubino o presunto tale né tantomeno sogno di sposarmi e di vivere nella casa del mulino bianco. Sono motivi stupidi ma in fondo quali sono quelli importanti che spingono gli altri a convivere?
  • in casa so riparare meglio le cose e con più ingegno delle persone che ho frequentato
  • quando torno a casa e trovo la penna messa nella stessa posizione e il letto disfatto come l'avevo lasciato non penso mai "smurf" ma mi rallegro
  • amo il silenzio
  • amo la musica, che scelgo con cura. Adesso ad esempio voglio ascoltare il Rocksteady e non il Glam Rock, l'Hard Core o il Punk Rock
  • mi piace stare al computer per ore e ore e non sento il bisogno di fare una chiacchierata
  • non mi piace fare un lavoro di squadra. Se cucino e mi vuoi aiutare sono contenta di farlo insieme ma se sto facendo una cosa non mi piace che qualcuno faccia esattamente la stessa contemporaneamente creando solo casino (e magari aggredendoti anche)
  • amo i miei spazi e anche in caso di convivenza ogni tanto ho bisogno di una mia grotta dove stare nella quiete o nel caos, purché sia separato dal resto del mondo
  • sono abbastanza donna e anche abbastanza uomo da riuscire a fare più o meno qualsiasi cosa si debba fare in casa e fuori
  • quando dormo non mi piace stare abbracciati. Voglio dormire e non voglio avere caldo con qualcuno che mi sta appiccicato o freddo con qualcuno che mi tira le coperte
  • se abbiamo litigato è fuori discussione che io possa dormire serena nello stesso letto e quindi vorrei evitare anche la discussione del perché dormo sul divano scomoda
  • non mi piace chiedere aiuto e in generale cerco di risolvere i miei problemi da sola (ma al contrario mi fa piacere aiutare gli altri se ne hanno bisogno e vogliono il mio aiuto)
  • non mi piace discutere o litigare all'infinito sul perché non hai comprato la lampadina che si è fulminata e che vi fa vivere nel buio da 3 mesi. Se vivo da sola semplicemente esco, la compro e la avvito, ma se viviamo insieme tutto magicamente si complica perché vivere insieme credo che significhi aiutarsi e fare le cose a metà, nel bene e nel male, un po' come nel matrimonio (o no?)
Ecco invece perché mi fa piacere invitare fidanzati, presunti tali e amici stretti a casa mia, ancor più dell'essere invitata a casa loro:
  • mi piace chiacchierare
  • mi piace cucinare per loro (e per me)
  • mi piace bere in compagnia
  • mi piace preparare la tavola o comprare dei fiori per abbellire la casa e per far piacere ai miei ospiti
  • se la serata è andata storta mi piace il fatto che il fidanzato ancor più che l'amico sappia dov'è la porta e si senta libero di andarsene quando vuole in modo da uscire dall'imbarazzo della routine del dormire insieme. Viva la sincerità.
  • mi piace confrontarmi
  • mi piace sapere che oggi stiamo insieme e domani anche, ma solo se va ad entrambi
In tutto ciò, per alcune complicate ragioni, al momento convivo con mia sorella con la quale inizialmente ho avuto diversi problemi visto che molti dei punti elencati valgono anche per la convivenza in generale, ma siccome grazie a dio non dormiamo insieme diciamo che spesso basta chiudere la porta (mia o sua, a turno) per avere un po' di privacy. Non essendo una coppia (almeno credo) nessuno si offende quando l'altro esce, cena con amici, va a fare altro nella propria stanza, si manda a cagare o la sera non vuole cenare. Semplicemente si fa quel che si vuole con un minimo di rispetto altrui.

Fra le accuse e gli insulti che mi sono beccata nei rapporti a due per questo mio distacco (distacco?) c'è chi mi ha detto che chi oltre i 30 anni vive da solo per scelta e non sente il bisogno di una famiglia è un freak. Può darsi, ma che male facciamo noi presunti tali?

Cosa spinga le altre persone, quelle "normali", ad andare a vivere insieme, non lo so. Tolto il vantaggio economico (aspetto che posso capire benissimo), una spiccata tolleranza e amore per il genere umano io al momento ne ignoro i motivi ma sono pronta ad ascoltare. Se subentrano i figli il discorso cambia, quindi lasciamoli fuori per un attimo.

Anche a me idealmente piacerebbe costruire una famiglia e fare l'albero di Natale tutti insieme ma mica è vero che funziona così o se non altro per me al momento è sempre stato più complicato di come me l'avevano dipinta sui libri da piccola. Fortuna che c'erano mia mamma e mio padre a farmi capire da subito come gira il mondo.

Chissà cos'hanno insegnato i genitori a chi si giura amore eterno e poi dopo 4 anni si tira i piatti, si strattona i figli, va a vivere insieme e la sera si inventa le cazzate per andare a scopare in giro con il primo/la prima che passa, torna a casa nervoso e non realizza che il motivo del proprio nervosismo è l'esistenza del conquilino/concubino, dà per scontata la persona che vive con lui/lei e quindi ogni gesto carino viene meno, non si mette più la camicia che gli sta bene ma la tuta che gli sta comoda, non apre più la finestra per fumare la sigaretta ma lascia la montagna di cicche nel posacenere tutta la vita.

E adesso ci sarà chi pensa che questo non abbia nulla a che fare con la convivenza ma con la fine dell'amore, mentre io penso che spesso le due cose non siano così separate fra loro. L'amore a distanza aiuta la coppia o la separa? E la distanza è ritenuta tale solo se sono due Stati diversi o anche se si vive a tre strade più in la? Vediamo se il rocksteady risponderà alle mie domande che tanto in casa non ho nessun altro a cui chiederlo, almeno non fino a questa sera (ma ricordiamoci che esiste il web viva dio).