domenica 29 luglio 2007

Noi siamo fighi, non so voi



Finalmente la mia amica Alexia è arrivata a NYC da Boston. I piani originali volevano che noi andassimo lì a trovarla per poi tornare insieme, ma siccome si è liberata dagli impegni un giorno prima, abbiamo coralmente deciso di passare tre giorni di fuoco tutti insieme qui nella grande mela. Ed mai scelta migliore fu fatta.


Dopo un pranzo molto carino in un brasiliano/francese (non chiedete.. a NY tutto è possibile) a Soho dove Alexia ed io abbiamo aperto le danze scolandoci una bottiglia di bianco da sole mentre Filippo e Arianna si bagnavano le labbra educatamente, siamo andati a spasso per il quartiere e a fare un blando shopping, perché no. Sono stata sgridata per non aver comprato niente - per la prima volta dopo DIECI giorni di bulimia da acquisto compulsivo - ma in compenso Fili ha acquistato il suo quarto e quinto paio di ADIDAS, tutte apparentemente uguali, ma diverse nell'inconfondibile e fondamentale dettaglio, che solo lui e altri pochi intenditori notano. E mentre Fili provava scarpe noi ragazze dispensavamo consigli come tre prezioso personal shoppers.


Fino a quando i ruoli si sono invertiti, trascinando Fili da Agent Provocateur e in altri negozietti only for girls.


Verso le 20h00 Alexia ed Ari sono andate a casa a Brooklyn a poggiare la PICCOLISSIMA valigia del we di Alexia, che - non scherzo - era esattamente uguale a quella che mi sono portata per l'intera vacanza.

La nostra prenotazione al Thai, di cui parlerò dopo, era per le 23, quindi prima Arianna ci ha organizzato un aperitivo in una terrazza di NYC senza entrare troppo nel dettaglio.
Arrivati davanti all'ingresso dorato e immenso del 230 Fifth, siamo saliti fino al 20esimo piano per entrare in una stanza su due piani tutta nera, e passando fra tigri e zebre e pomelli d'oro, ecco dove ci siamo trovati uscendo fuori sulla terrazza.


E' inutile che finga: Alexia, Filippo ed io siamo rimasti attoniti. Una terrazza pazzesca DI FRONTE all'Empire tutto illuminato, con le palme tutto attorno, la musica anni '80 e un mix di modelle e fighetti vari che bevevano Martini e Champagne. Mi sono sentita in un libro dell'amato Bret Easton, e tutto era assolutamente perfetto.



Pollice su per Arianna, che vestita da lady in black, è stata osannata da tutti e tre. :-)


Dopo aver consumato il nostro drink in grande stile, siamo saltati su un taxi per andare in un altro ristorante thai super esclusivo: il Buddakan.

Mentre aspettavamo che preparassero il nostro tavolo, ci siamo accomodati nella hall dove abbiamo ordinato una bottiglia di Veuve Clicquot per rinfrescarci. Giusto il tempo di dire cin-cin e siamo stati accompagnati nella sala principale dove abbiamo mangiato dei ravioli di crab & corn veramente squisiti, degli involtini, lobster leggermente piccante, jumbo shrimps e tante altre prelibatezza, pasteggiando sempre a champagne. Noblesse oblige, come direbbe mio padre.



Verso le 2 siamo usciti dal ristorante già un pò alticci, ma la notte era ancora giovane.. E allora ferma un altro taxi e tutti dentro verso il Bed e poi a Soho. Ecco una sequenza di foto fatte nella macchina, con il tassista che ha esordito con "Sorry, it's my firt day... I don't know where is it".. Solo dopo abbiamo capito che forse non era solo il suo primo giorno da taxi driver, ma proprio di patente, visto la guida singhiozzante e spericolata. Ma noi eravamo troppo ubriachi per dare peso a queste sottigliezze, e con un occhio alla strada e uno alla macchina fotografica abbiamo riso come pazzi e fatto un intero fotoreportage, di cui sono costretta a pubblicare solo una piccola selezione, ma giuro che varrebbe la pena di esaminarle una ad una.




Ancora con la paresi alle mascelle e i crampi alla pancia per il troppo ridere siamo miracolosamente arrivati a Soho, aiutando un pò il tassista a raccapezzarsi. Fili ed io suggeriamo di andare in un locale che avevamo visto nei giorni passati, il Casablanca. Giusto il tempo di raggiungerlo e di ricordarsi dov'era - grande Fili - e ci siamo tuffati dentro fra drappi bianchi e narghilé. Il locale era marocchineggiante ma anche bellissimo. Ma la cosa migliore, in assoluto, era il dj che ha alternato posseduto per tutta la sera pezzi di 50 Cent a Cindy Lauper, passando per Footlose, gli Oasis, Justin Timberlake, Jay Z (o Jay Zed come ha detto Arianna quando si è trovata a bere insieme a lui in un locale, ignorando chi fosse!!!) Madonna vecchia e nuova, per chiudere poi con una nostra richiesta: Umbrella di Rihanna. Il padrone del locale gliela voleva sfumare, visto che erano le 5h20 ed eravamo gli unici clienti, ma il dj se l'è comandata e ha detto ONE MORE! ONE MORE! E noi ci siamo scatenati fra urli di incitamento e pugni sul cuore accompagnati da RESPECT. Hey dj! Spin da shit!




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