martedì 2 dicembre 2008

O siete tutti eroi, o siete tutti eroinomani



L'altro giorno mi sono ritrovato a un colloquio quasi per caso e il mio interlocutore mi ha chiesto "scusa ma tu con cosa campi ora?" - domanda volendo anche lecita - e io volevo rispondere "di ossigeno e belle idee che prima non potevo respirare perché troppo stretta e concentrata a non farmi schiacciare dalle pareti della scatola dove mi trovavo".

Quando sono poi tornata a casa la serata aveva preso una strana piega, fra principio di influenza e pastina al brodo, e allora mi sono messa a ragionare ad alta voce sul mio futuro, le mie aspettative, chi vorrei incontrare lavorativamente parlando, e tutto ciò che usciva dalla mia bocca mi sono accorta che non era un granché bello. Mi è stato detto che sono seduta in finestra a guardare cosa succede. Peccato che qui non succeda proprio nulla, quindi cosa guardo? D'altro canto difficile anche buttarsi in qualcosa, e soprattutto seguire qualcuno, nel quale non si crede.

Beh insomma, io continuo a chiedermi ogni volta che mi fermo ad osservare da quella finestra che ad alcuni sembra tanto sbagliata e che vorrebbero fosse sempre chiusa, mi chiedo - dicevo - come cazzo facciano gli altri a fare ciò che fanno senza andare fuori di testa.
Forse io ci sono già andata - fuori di testa - ed è per questo che sono qui a scrivere un post nella mia camera invece di essere in pausa caffè con i colleghi prima della riunione e dopo la conference call.

2 commenti:

stefano ha detto...

So *esattamente* come ti senti.

palbi ha detto...

e nell'eventualita' improbabile che il lavoro sia a posto poi c'e' il capitolo vita privata! arghhhhhhhh